Arte Facta
Tesori delle Colline Marchigiane:
La Rinascita delle Opere d'Arte di Orciano di Pesaro
Mistico Sposalizio di Santa Caterina (1539)
Autore
L’opera è realizzata da Pompeo Morganti nel 1539 per la chiesa di San Silvestro a Orciano di Pesaro. Pompeo, figlio di Bartolomeo, nacque probabilmente nel primo decennio del Cinquecento. Abbiamo poche informazioni riguardo la sua vita: dopo gli esordi in collaborazione col padre, già nel 1535 ricevette l'incarico dal Consiglio comunale di Jesi di eseguire un dipinto per il palazzo dei Priori.
Dei documenti attestano la presenza di Pompeo nel 1555 fra i membri della Santa Unione di Fano. Secondo i registri dei confratelli della Congregazione di S. Michele, nel 1564 risulta deceduto.
Opera
L'opera rappresenta il momento in cui Gesù Bambino, sorretto dalla Vergine Maria seduta su un trono, si protende per infilare l'anello sul dito di Santa Caterina d'Alessandria. Questo gesto simboleggia un matrimonio mistico, metafora del suo impegno per una vita cristiana di castità.
Santa Caterina d'Alessandria è riconoscibile per l'attributo iconografico della ruota dentata, prefigurazione del suo martirio, su cui è inginocchiata.
ntorno alla Vergine, si dispongono altre figure femminili, tutte con aureole e in abiti rinascimentali, che contribuiscono a creare un'atmosfera di reverenza. Tra queste, è possibile riconoscere Santa Lucia, dal dettaglio del vassoio con gli occhi della santa posto ai suoi piedi.
Gli angioletti che volano sopra la scena principale aggiungono un tocco di leggerezza e spiritualità, mentre la colomba al centro simboleggia lo Spirito Santo. La presenza di elementi architettonici classici, come colonne e archi, incornicia la scena e guida lo sguardo verso il centro del dipinto, lasciando intravedere sullo sfondo un paesaggio idealizzato.
Stato di Conservazione
Il dipinto si presenta in mediocre stato di conservazione. La superficie pittorica è offuscata da cospicui depositi coerenti e incoerenti (particellato atmosferico e altre sostanze soprammesse).
Lo strato di finitura soprammesso (vernice o altra sostanza) appare ossidato, alterando cromaticamente le campiture pittoriche.
La superficie presenta numerosi ed evidenti ritocchi e alcune aree sembrano esser state ridipinte in restauri passati.
Interventi di Restauro Previsti
1 - Interventi conoscitivi e di documentazione
2 - Indagini diagnostiche
3 - Consolidamento del supporto, degli strati preparatori e pittorici
4 - Pulitura
5 - Foderatura del supporto tessile
6 - Stuccatura delle lacune e presentazione estetica
7 - Reintegrazione pittorica
8 - Protezione superficiale
Il Cristo Risorto (XVII secolo)
Opera
Il Cristo Risorto della chiesa di Santa Maria Novella in Orciano è un’importante opera della Scuola Romana. La scultura lignea raffigura il Cristo che si leva trionfante dal sepolcro, il busto leggermente di scorcio e le braccia spalancate, sospeso su nuvole dorate e circondato da raggi di luce splendente.
Come da tradizione, con la mano destra il Redentore regge il Salvifico vessillo della Vera Croce (Croce di San Giorgio, chiamata anche Croce della Vittoria), una Croce rossa su sfondo bianco, simbolo del suo trionfo sulla morte.
In basso, affianco al sepolcro ormai rimasto vuoto, un soldato romano rimane abbagliato dall’evento inaspettato del miracolo della Resurrezione. Accecato da quest’esplosione di luce, si copre il volto con il braccio cercando riparo.
Il mantello del soldato, assieme al panneggio che copre parzialmente il corpo del Cristo e al drappo della bandiera, creano un vortice che avvolge di dinamismo tutta la scena.
Stato di Conservazione della Statua
Il gruppo scultoreo si presenta in un precario stato di conservazione.
Il Cristo Risorto mostra significativi depositi di polvere e residui di fumo di candele, con attacchi da insetti xilofagi non più attivi e lacune negli strati pittorici, soprattutto sulle parti sporgenti. La superficie pittorica presenta un aspetto screpolato e alcuni sollevamenti della decorazione pittorica. Lo strato protettivo risulta invecchiato e ingiallito, alterando i toni originali della scultura.
Il Soldato Romano soffre di gravi problemi strutturali ed estetici, con fessurazioni nel legno e decoesioni della pellicola pittorica. La policromia è lacunosa e coperta da ridipinture, mentre un film protettivo bruno, applicato in modo disomogeneo, altera ulteriormente l'aspetto originale della scultura.
Interventi di Restauro Previsti
1 - Documentazione:
2 - Fissaggio:
3 - Pulitura:
4 - Disinfestazione:
5 - Consolidamento:
6 - Stuccatura:
7 - Reintegrazione pittorica:
8 - Protezione superficiale:
San Giuliano l'Ospitaliere e Santa Lucia (1775)
Autore
Carlo Magini, artista nato a Fano nel 1720 e morto nel 1806, si formò nell’area umbro-marchigiana sotto la guida dello zio Sebastiano Ceccarini, anch’egli noto pittore fanese.
Insieme collaborarono in diversi centri artistici, tra cui Perugia, Urbino, Bologna, Venezia e Firenze.
Il suo corpus artistico è principalmente caratterizzato da ritratti, scene storiche e nature morte.
Opera
L'opera si distingue per la sua composizione equilibrata e per l'uso sapiente dei colori e delle luci: la rappresentazione dei santi, con i loro simboli iconografici e con lo sguardo rivolto verso lo spettatore, permettono di immergersi in una calma atmosfera di riflessione e meditazione.
San Giuliano veste un'elegante armatura che riflette la luce con delicate sfumature metalliche. La sua figura è ulteriormente accentuata dal mantello rosso drappeggiato sulle spalle, che aggiunge un tocco di maestosità e di movimento alla composizione. Nella sua mano sinistra, San Giuliano tiene la spada e regge una lancia, simbolo del suo ruolo di cavaliere e difensore della fede. Lo sguardo fiero e diretto verso lo spettatore infonde un senso di protezione e di sicurezza.
Accanto a lui, in una posa più dolce e contemplativa, troviamo Santa Lucia. La santa indossa un abito dai toni morbidi e chiari, che si contrappone all'armatura scura di San Giuliano.
La presenza del putto in alto, che regge una palma – simbolo del martirio di Santa Lucia - aggiunge un ulteriore elemento di sacralità e di celebrazione della fede.
Sullo sfondo, un paesaggio sereno con un piccolo paese, probabilmente Orciano, offre un contesto pacifico alla scena sacra.
Stato di Conservazione
Il dipinto si presenta in pessimo stato di conservazione. La superficie pittorica è offuscata da depositi di particellato atmosferico e altre sostanze. Lo strato di vernice è ossidato, alterando i colori originali. Sono presenti crettature, sollevamenti, fori, lacerazioni e deformazioni del supporto tessile, con insufficiente tensionamento della tela.
Interventi da Effettuare
1 - Documentazione e Indagini Diagnostiche:
2 - Consolidamento
3 - Pulitura:
4 - Foderatura:
5 - Stuccatura e Presentazione Estetica:
6 - Rifunzionalizzazione del Telaio Originale
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